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Caro Mario,

il sentimento che mi susciti anche da morto è l’invidia. L’invidia per il tuo modo soave di stare sulla faccia di questa terraccia qua, l’invidia per la tua leggerezza nel vivere, sfiorando, o attraversandoli in pieno, gli eventi di ogni tipo. Il tuo garbo nell’apparire mai troppo allegro, mai triste più di quello che il decoro di sé, in molti di noi trascurato o inascoltato, ci consiglierebbe. Ti invidio per tutte le tue conquiste umane, socio-sentimental-civili, ti invidio per non esserti mai ingobbito o deformato sotto un qualsiasi fardello. Ti invidio per la capacità di avermi voluto bene e avermi sopportato, come perfino io stesso non sono riuscito a fare. Purtroppo non credo ci sia un posto dove ci ritroveremo insieme. Sarebbe bello; si realizzerebbe il sogno del nostro primo anno romano insieme, quando cominciai a capire che essere portatori di quell’eleganza dell’anima chiamata soavità era di pochi: di quelli come te. Un bacio e, purtroppo, temo, a mai più. Ma per sempre, tuo lele   

 

 

‘message in a bottle’

lelecerri per BAU matilda 2004